I canti ebbero sul fronte italo-austriaco una loro notevole
importanza nell'aiutare i soldati a passare il tempo e ad esternare il loro
stato d'animo, tanto è che, già dal primo dopoguerra, cominciò il lavoro di
molti studiosi che raccolsero le memorie di quanto era sopravvissuto alle
trincee (cfr. la bibliografia elencata nel sito:
qui).
Considerato l'avvento del regime fascista, esaltatore della
Grande Guerra e nato, per molti aspetti, dalla sua violenza, sopravvisse alla
cernita delle prime raccolte prevalentemente la traccia dei canti, di fatto
esclusivamente di parte italiana, che non fossero di ribellione o di dissenso con
la guerra.
Ancora nel secondo dopoguerra, autori serissimi che avevano
raccolto la memoria di canzoni (realmente esistite e cantate nelle trincee: non
invenzioni postume!), dal forte contenuto pacifista o sociale, furono tacciati
di vilipendio e diffamazione e, conseguentemente, trascinati in tribunali e,
fatto ancor più assurdo, lì condannati. Segno di un Paese dalla scarsa capacità
critica che, troppo spesso, ha preferito seppellire in un oblio di comodo le
molte spiacevoli verità che emergono dalla sua Storia (e se questo è accaduto per il
primo conflitto, ancor più è successo e succede, per il successivo Ventennio e
per l'ultima guerra mondiale)
Molti dei motivi di tali canzoni erano musiche di canti
popolari preesistenti (spesso di migrazione, malavita, risaia, miniera o di
stampo sociale). Fu il caso del motivo popolare romano "Bombacè" che fu
riutilizzato in infiniti adattamenti nel creare rime di guerra ("... a
destra dell'Isonzo ci stà Santa Maria. Se sei stanco di vivere ti insegnerò la
via. Bom Bom Bom al rombo del cannon...". Oppure: "...Il colonnello
Ronchi ha detto "son sicuro" che prenderò il Cavento e invece l'è un siluro. Va
là, va là, va là, anche questa l'è verità..." E infinite altre). Ma anche
delle canzoni di guerra nate sulla musica dei Versi Maltusiani di Petrolini ("Castelletto
è quella cosa con i merli sui torrioni, ma son merli quei plotoni che lo vanno
ad assaltar...").
Come detto, se da parte italiana molto è rimasto, da parte
austriaca molto si è perso, anche in considerazione del multilinguismo e della
diversità degli stili canori esistenti nell'Impero. Quello che oggi rimane
ancora cantato sono, per la maggior parte, canti più di naja che di vera e
propria guerra. All'epoca, il servizio militare rappresentava un periodo
tutt'altro che trascurabile della vita (a fronte di una vita media assai più
corta di oggi).
Visto che, presto o tardi, le canzoni sono comunque arrivate
sulla "carta", ho pensato di presentarne qui una raccolta.
Ho scelto solo quelle di cui si trovano su internet gli audio
liberamente consultabili, in maniera da permettere al lettore di ascoltare tali
motivi di cui, già in moltissimi siti internet, si trovano i testi.
Dal sottostante elenco si
possono aprire i link delle pagine dove ho cercato di riportare i testi e gli
audio (o video), di corali che gli hanno riprodotti e che sono menzionate
nell'elenco.
Titolo
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Nazione
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Note
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Corale
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Link
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ADDIO PADRE E MADRE ADDIO |
Italia |
Nato precedentemente alla Grande Guerra (una versione risale alla Guerra
di Libia del 1911-12), è senza dubbio una canzona antiepica, seppur
tragicamente realistica. La musica è la stessa della canzone "Al comando
dei nostri ufficiali": canzone, invece, di stampo assai più
eroico-patriottico.
Il "chiodo" menzionato nella canzone è il pugnale di qualche strofa
dopo.
Interessante notare come, in diverse canzoni nate tra la truppa, le
cosiddette "terre irredente", considerate dalla propaganda interventista
come suolo italico, erano invece sentite quali "terra straniera" (in
questo canto), oppure "terra al di là dei confini" (in "Oh Gorizia tu
sei maledetta"), denotando una grande distanza tra il sentimento di
buona parte del popolo e le roboanti affermazioni nazionaliste di quella
che era una sparuta minoranza. |
Nanni Svampa |
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AI PREAT
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Italia
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Canto friulano. Appartiene ai canti di chi restava a
casa e sperava nella fine della guerra e al ritorno a casa dell'amato.
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SAT
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BERSAGLIERE HA CENTO PENNE
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Italia
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Canto che contrappone i due corpi dell'Esercito
contraddistinti da piume sul berretto. Qui, come in altri canti di
guerra, si rappresenta con leggerezza la possibilità di rimanere uccisi.
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SAT
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BOMBARDANO CORTINA
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Italia
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E' un canto di guerra nato sulla melodia di una
precedente canzone da caserma degli Alpini piemontesi. Cita località ed
eventi dei primi annidi guerra nelle zone limitrofe a Cortina.
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SAT
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COMPIANGETE UNA POVERA MADRE
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Austria
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Canto di dolore di una madre che ha perso il figlio in
Galizia (cioè quella regione dell'impero austriaco, compresa tra
l'attuale Polonia del sud e Ucraina, con capitale Leopoli), dove vi
furono asprissimi combattimenti nel 1914 e 1915. Il motivo è comune ad
altre canzoni del genere, quali Quando fui sui Monti Scarpazi, o Serbia
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Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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CORNO CAVENTO
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Italia
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Nato sul Corno di Cavento nel massiccio dell'Adamello.
Canto, tristissimo e rimasto quasi
sconosciuto è stato utilizzato come colonna sonora del film "Diario di
guerra dal Corno di Cavento", vincitore del Trento film festival della
Montagna del 1976: film ispirato al diario del Primo Tenente Felix Hecht von
Heleda, comandante del presidio austriaco e caduto nella sua difesa il
15 giugno 1917 e tuttora disperso tra quei ghiacci.
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Coro ANA
"A Giussano"
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DEMOGHELA
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Austria
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Era l'inno (versione in lingua italiana), del KK IR 97
(Kaiserlich-Königlich Infanterie Regiment:cioè Imperialregio Reggimento di fanteria), di prevalente arruolamento
triestino e istriano. Il "diamogliela!" (lo strafalcionato "demoghéla",
anziché "dèmoghela!"), era rivolto ad un ipotetico nemico, ma poteva
anche essere ironicamente inteso quale "diamogliela (a gambe)". In
realtà il reparto si distinse nei sanguinosi combattimenti in Galizia e
sui Carpazi.
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Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA
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Italia
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Famoso canto degli Alpini.
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SAT
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ERO UN POVERO DISERTORE
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Austria
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E' un canto ben più antico della Grande Guerra: il
Ferdinando imperatore menzionato era Ferdinando I d'Austria(regnante
1835-1848). Rimase, però, nel repertorio popolare e fu cantato spesso
anche nelle trincee italiane. Malvisto dalle gerarchie perchè inneggiava
alla diserzione, veniva tollerato con la motivazione, di comodo, che il
disertore della canzone era austriaco, quindi nemico. Ma chi lo cantava
è assai dubbio che lo intonasse con tale spirito, vedendo più facilmente
se stesso nell'uomo in fuga dal mondo militare.
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SAT
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FUOCO E MITRAGLIATRICI
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Italia
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Canzone nata nelle trincee del Carso nei primi anni di
guerra. Rappresenta un sentimento doloroso e di rassegnazione dei
soldati. La "trincea di raggi" citata nel testo è da identificarsi nella
cosiddetta "trincea dei razzi": una delle tante trincee carsiche
(assieme ad altre quali quelle "delle frasche", "dei sei busi", "dei
morti",ecc.), teatro di sanguinosissimi combattimenti.
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Barabàn
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solista
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HO SENTITO SPARAR CANNONI
(o anche HO SENTITO SPARA' IL CANNONE) |
Italia |
Come molte delle canzoni nate nelle trincee ne esistono più versioni.
Qui viene proposta quella rielaborata recentemente da Paolo
Orlandi e cantata per la prima volta dal Coro Brenta nel 2024 e quella
per voci e strumenti dei Vincanto. Entrambi i canti sono testamenti di
chi parte per la guerra e pensa che non tornerà. Canzoni antiepiche sul
motivo della canzone "Baratieri/Cadorna manda a dire" |
Coro Brenta (Tione di Trento)
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Vincanto |
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IL CAPITANO CIECO |
Italia |
Altro canto armonizzato di recente da Paolo Orlandi e cantato dal Coro
Brenta. E' una canzone eroica e certamente non popolare, dal vago sapor di
propaganda che non viene riportata né dal Caravaglios, né da Savona e
Straniero: non saprei quindi definirne l'origine. E' la storia di un Capitano reso cieco da un
bombardamento fiero di aver donato gli occhi (e non parole), alla
Patria. L'episodio si svolge sull'Ortigara da dove, piuttosto
inverosimilmente, il protagonista stava guardando Trento. Effettivamente
il numero di invalidi gravi (anche psichiatrici), durante la guerra, fu
molto alto con gravi ricadute sulla vita sociale del Paese. E', tuttora,
un aspetto poco conosciuto del conflitto. |
Coro Brenta (Tione di Trento) |
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IL GENERAL CADORNA HA SCRITTO ALLA REGINA |
Italia |
Dopo Caporetto venne riadattato il presente canto (di cui parte del
testo doveva essere più antico vista l'allusione alla presa di Gorizia),
dietro il testo ironico, c'era il risentimento diffuso contro chi era
ritenuto (non a torto), uno dei principali responsabili del disastro.
L'allusione al 99 era per la chiamata anticipata alle armi dei ragazzi
nati in quell'anno, molti dei quali non avevano nemmeno compiuto
diciott'anni. Il motivo è quello popolare romano di "Bombacé". |
AAVV |
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IL POVERO SOLDATO
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Italia
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Si tratta probabilmente più di una canzone di naja che
di guerra. Risale sicuramente ad anni antecedenti alla Grande Guerra.
Qui è proposto con l'armonizzazione del Coro SAT
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SAT
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IL TESTAMENTO DEL CAPITANO
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Italia
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E' un adattamento di un antico canto del '500 nato in
occasione della morte del Marchese Michele Antonio di Saluzzo, avvenuta
ad Aversa nel 1528 durante le guerre di Carlo V in Italia. Il titolo
era “La Ballata del Marchese di Saluzzo". Nella versione del primo
conflitto viene anche fatto cenno alla disastrosa situazione delle
forniture di scarpe dei primi anni di guerra.
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SAT
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INNO DEI KAISERJAGER
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Austria
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"Mir sein die kaiserjäger". Io sono un
Cacciatore Imperiale, cantavano con la famosa marcia scritta e musicata
tra il 1911 e il 1914. Esisteva anche in italiano in quanto, in parte
dell'allora Contea del Tirolo si parlava tale lingua ed era anch'essa
zona di reclutamento delle truppe scelte tirolesi (che non nacquero
espressamente come truppe da montagna, che erano i Landesschützen, poi
rinominati Kaiserschützen. Anche se, vista l'estrazione geografica dei
loro componenti, lo divennero nei fatti).
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Bande varie
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INNO DEGLI ALPINI SKIATORI
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Italia
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Nato sull'Adamello durante la Grande Guerra, è un vero
e proprio inno dell'allora
nuovissima specialità degli Alpini sciatori ("skiatori", come si diceva
all'epoca)
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Coro Monte Iron
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LA LEGGENDA DEL PIAVE |
Italia |
E' una canzone d'autore (di Ermete Giovanni Gaeta il cui pseudonimo era
E.A. Mario), scritta dopo la disfatta di Caporetto e non è nata nelle
trincee. Vi approdò per fama e divenne, al fronte e in tutto il Paese,
tanto famosa da essere acquisita di diritto nel canzoniere popolare.
Dopo l'8 settembre 1943 fino al 1946 fu, a fasi alterne, anche inno nazionale provvisorio
del Regno del Sud. |
Banda dell'Esercito Italiano |
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LA TRADOTTA
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Italia
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Nata sulla melodia di un canto di minatori bresciano,
è stata riadattata nella Grande Guerra agli avvenimenti del giugno 1918,
quando vi furono combattimenti feroci nelle località citate nella
canzone: Nervesa e San Donà di Piave
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G. GABER e V. PALTRINIERI
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Coro
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LA VITA DEL SOLDA' |
Austria |
Altra canzone di "naja" triestina. |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi |
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MARIA TERESA |
Austria |
Canzone popolare che fa riferimento all'Imperatrice Maria Teresa
d'Austria, ma a lei posteriore (infatti poi il ritornello inneggia
sempre all'Imperatore) |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi |
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MATROSENLIED |
Germania-Austria |
Scritto nel 1914 da Hermann Löns, poeta e scrittore tedesco, divenne la
"canzone del marinaio" tedesco nella Grande Guerra. Si diffuse anche
nella marineria militare austroungarica. L'ultima strofa riporta un tema
presente in molte canzoni eroiche dell'epoca: se il marinaio muore tra
le onde, non va compianto perchè è morto per la patria. Un tema simile
nella canzone italiana "La penna dell'Alpino", dove si chiede di non
piangere l'Alpino caduto, perchè "se cade, cade tra i fiori". L'autore
fu buon profeta: cadde (per altro da fante e non da marinaio), sul
fronte francese nel settembre 1914 a soli tre mesi dall'inizio della
guerra. |
ignoto |
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MOBISIRUNG |
Austria |
La "mobisirung" (cioè dal tedesco Mobilisirung, mobilitazione) è quella del 1914 in Austria. La canzona narra le
vicende di un mobilitato triestino spedito prima a Lubiana ed, infine,
sui Carpazi a dormire... in trincea. Il ritornello, ironicamente,
commenta che "non è mica male! ...ma neanche tanto bene" |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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MONTE CANINO
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Italia
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Risale al 1916 e ricorda la conquista da parte degli
Alpini del Monte Canin (italianizzato Canino)
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SAT
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MONTE NERO |
Italia |
Nata tra gli Alpini del 3° Reggimento che il 16 giugno 1915
conquistarono la strategica posizione del Monte Nero (erronea traduzione
dal nome sloveno Krn, che vuol dire Tozzo, mentre "nero"
sarebbe Črn)
dietro Caporetto, con un assalto notturno assai sanguinoso. La posizione
fu, poi, sempre prima linea e fu tenuta ininterrottamente fino al 24
ottobre 1917 quando fu riconquistata dagli austro-tedeschi durante la
battaglia di Caporetto. |
Coro SAT |
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NO SERVI CHE TE PIANZI
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Austria
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Canto dei coscritti del litorale istriano
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Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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O GORIZIA TU SEI MALEDETTA
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Italia
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Canzone nata nelle trincee anteriormente alla presa di
Gorizia (agosto 1916). I soldati maledicevano Gorizia, la guerra e chi
l'aveva voluta. Le "terre irredente" degli interventisti qui sono solo
"terre al di là dei confini", dove si muore gridando "assassini". Fu
canzone la cui rappresentazione pubblica in spettacoli e manifestazioni
fu spesso osteggiata dai nazionalisti ancora fin nel secondo dopoguerra,
in piena Repubblica.
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Lo Stivale che Balla
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Barabàn |
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O MAINE COLEGHI
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Austria
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Sconclusionato e irriverente canto triestino dal forte sapore
ironico che, per altro, ben rappresenta il multilinguismo esistente,
almeno fino al 1918, in quella terra di confine. Nel testo parole, più o
meno storpiate, triestine, tedesche e slovene.
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Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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QUANDO FUI SUI MONTI SCARPAZI
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Austria
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Canzone dei soldati austriaci di lingua italiana. I
monti "Scarpazi" erano i Carpazi dove furono mandati a combattere, in
particolare tra il 1914 e il 1915. Il tema è simile ad altri canti
austriaci di lingua italiana: "Compiangete una povera madre", "Serbia"
ed altri che utilizzano varianti dello stesso motivo.
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SAT
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QUANDO SAREMO GIUNTI
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Austria
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Canto dei coscritti trentini all'epoca dell'impero.
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SAT
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QUEL PORCO DE QUEL MEDICO |
Austria |
Canto dei coscritti trentini all'epoca dell'impero. Il termine "taublich"
è una delle tante storpiature circolanti nei territori di lingua
italiana per "Tauglich für Militärdienst", cioè "Adatto al servizio
militare": la dicitura burocratica apposta, dal medico militare, sui
documenti degli abili alla naja alla visita di leva. Sulla stessa
melodia un più antico canto dei coscritti trentini: "Evviva il
Tirolo potenza del mondo, Francesco II vogliamo servir! Per mare, per
tera, sui muci de gera, la nostra bandiera l'è gialla e le nera" |
A.Righetto E.Antonello G.Zambon G.Sberze
L.Zanonato
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SERBIA |
Austria |
Uno dei tanti testi elaborati sul motivo di "Quando fui sui Monti
Scarpazi". La Serbia, mandante dell'assassinio dell'erede al trono
austriaco Francesco Ferdinando, è qui identificata come la causa dei
dolori di chi ha perso il proprio caro in guerra. |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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SE MILITAR SON FATO |
Austria |
Altra canzone di "naja" triestina. E' una variante di "Se son soldà de
Lantuer" |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi |
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SE SON SOLDA' DE LANTUER |
Austria |
Canzone triestina di "naja" dell'epoca imperiale. "Lantuer" è
un'evidente storpiatura per Landwehr: la milizia territoriale austriaca. |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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SIAM PRIGIONIERI
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Austria
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Canzone nata tra i prigionieri trentini d'Austria,
catturati sul fronte russo e internati durante il primo conflitto in
Siberia.
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SAT
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STELUTIS ALPINIS
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Italia
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E' un canto d'autore. Fu scritto da A. Zardini a
Firenze mentre era profugo a causa dell'occupazione austriaca di
Pontebba. E' un canto in lingua friulana il cui riferimento alla
tragedia della guerra è ben evidente.
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SAT
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TAUGLICH |
Austria |
E' una delle tante canzoni di coscritti austriaci in lingua italiana.
Qui, come in un'analoga canzone trentina, il richiamato è fatto "Tauglich für Militärdienst",
cioè: abile al servizio militare. |
Gruppo costumi tradizionali bisiachi
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TANTE PUTELE BELE
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Austria
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Canto dei coscritti trentini all'epoca dell'impero.
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SAT
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TRENTATRE' (VALORE ALPINO) |
Italia |
E'un inno d'autore. Nato poco prima della Grande Guerra, si narra che
prese il nome "Trentatré" dal seguente curioso episodio. Il Re era in
visita ad un reparto di Alpini e doveva essere accolto dalla fanfara
che, oltre alla Marcia Reale, aveva nel repertorio solo un'altra
canzone: Valore Alpino. Per non sfigurare, il direttore della banda, nel
dare l'incipit e in accordo con i musicanti gridò: "suoniamo la numero
33!", per far credere al sovrano di avere tanto vasto repertorio. La
musica piacque al Re e, come capitava allora, divenne d'obbligo l'inno
del Corpo col nome di... Trentatré |
Fanfara Brigata Alpina "Julia" e Coro ANA Palmanova |
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VENTI GIORNI SULL'ORTIGARA (TA-PUM)
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Italia
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Nato durante le interminabili battaglie dell'Ortigara
è un canto cupo e triste che ricorda la durissima vita di trincea e la facilità con cui il soldato
poteva rimanere ucciso. Lo stesso intercalare TA-PUM è riconducibile al
rumore dello sparo del Mannlicher austriaco. Molte le varianti
conosciute.
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SAT
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